Onorevoli Colleghi! - Nel 1990 diciotto milioni di italiani dissero «no ai pesticidi». La consultazione referendaria naufragò per il mancato raggiungimento del quorum, ma il risultato avrebbe dovuto lanciare un segnale forte ai legislatori per arrivare al più presto al varo di una nuova normativa a tutela dei consumatori, degli agricoltori e dell'ambiente.
      I pesticidi ad uso agricolo inquinano in modo massiccio il suolo, l'aria e l'acqua, sia in superficie che in falda. Per la loro tossicità e in considerazione del loro intenso utilizzo, i pesticidi hanno provocato la limitazione e la completa distruzione di molte forme di vita vegetale e animale, determinando non solo un aggravamento dell'inquinamento ambientale, ma anche una preoccupante alterazione degli equilibri biologici. Inoltre, l'utilizzo di pesticidi a rischio cancerogeno nella produzione di frutta e verdura determina gravi effetti sulla salute dei consumatori.
      Si ripropone pertanto l'urgenza dell'approvazione di una legge che regoli l'uso dei prodotti fitosanitari in campo agricolo.
      Dobbiamo dimostrare che è praticabile un modello diverso di produrre e consumare per tutelare la salute umana e salvaguardare il territorio.
      L'attitudine umana nei confronti dei pesticidi è sempre stata bivalente: da una parte la necessità di eliminare i parassiti che compromettono la salute umana e i raccolti, dall'altra parte la scoperta che i pesticidi sempre più potenti, soprattutto sintetici, nascondono numerose trappole. L'invenzione e la diffusione del DDT, e dei suoi fratelli clorurati della prima generazione, furono accolte con entusiasmo mezzo secolo fa e contribuirono a sconfiggere la malaria e a salvare innumerevoli

 

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vite. Ma non tutto il DDT, una molecola chimicamente stabile e solubile nei grassi, colpiva i parassiti: una parte ricadeva nel terreno, era assorbita attraverso l'erba dagli animali, finiva nel grasso del latte delle mucche e nel corpo degli esseri umani. Inoltre una parte del DDT presente nel terreno veniva lisciviato dalle piogge e finiva nei fiumi, nelle falde idriche sotterranee e nel mare e veniva assorbito nel grasso dei pesci. Infine, una parte del DDT cadeva sui raccolti e si ritrovava nella frutta, nei semi dei cereali. La grande svolta nella consapevolezza pubblica del carattere bivalente dei pesticidi economicamente utili per i raccolti, biologicamente nocivi per la salute umana e del pianeta - si ebbe con la pubblicazione nel 1962 del libro Primavera silenziosa di Rachel Carson (1907-1964). Per evitare i danni dei pesticidi occorreva vietarne alcuni e usarne di meno. Dopo il divieto dell'uso del DDT e dei pesticidi più tossici e persistenti, sono stati inventati altri pesticidi ancora più tossici per i parassiti e altrettanto pericolosi per gli esseri umani. I pesticidi - insetticidi, erbicidi, fungicidi - oggi in uso sono numerosissimi e sono spesso impiegati come miscele di vari princìpi attivi: inevitabilmente una parte più o meno grande resta, più o meno a lungo, negli alimenti consumati dagli esseri umani e una parte finisce nel suolo, nei fiumi e nelle falde sotterranee da cui spesso viene prelevata l'acqua potabile. Inoltre, molti pesticidi vietati in Europa e in America vengono esportati nei Paesi del sud del mondo e applicati in abbondanza alle loro monocolture - caffè, cacao, arachidi, eccetera - suscettibili di attacco da parte dei parassiti: succede così che i Paesi del nord del mondo importano prodotti agricoli che spesso sono contaminati dai pesticidi il cui uso è vietato al loro interno. Senza contare che la tossicità dei pesticidi si manifesta - e spesso gravemente - anche nei confronti dei lavoratori, sia di quelli delle fabbriche chimiche, sia, molto di più, dei lavoratori agricoli che spargono, spesso con insufficienti precauzioni e in grandi quantità, i pesticidi nei campi, respirandone una buona quota. La salvezza dei consumatori e della natura si può avere solo con leggi più restrittive sull'uso dei pesticidi, abbassando la quantità massima di residui ammessi negli alimenti e con più severi controlli della contaminazione degli alimenti e delle acque a opera dei pesticidi. Bisogna, in particolare, che siano cancellate certe maliziose furbizie che l'attuale legge ancora nasconde. In genere, come si è detto, vengono usati più pesticidi contemporaneamente. La legge invece prescrive che ciascun pesticida non debba essere presente in concentrazione superiore ad un «suo» specifico limite. Immaginiamo che ci siano tre pesticidi la cui concentrazione massima individuale deve essere inferiore, diciamo, a un milligrammo per chilogrammo di alimento. Se sono usati tutti e tre insieme e se ciascuno è «dentro» i limiti, il consumatore finisce per mangiare tre milligrammi di pesticidi - la somma di un milligrammo per ciascun pesticida - per chilogrammo di alimento. La legge deve invece stabilire che non venga superato un limite sia per ciascun pesticida, sia per la somma di tutti i pesticidi presenti. Nel caso precedente non dovrebbe essere superata la concentrazione di un milligrammo per chilogrammo per la somma delle concentrazioni dei tre pesticidi usati insieme. Il movimento dei consumatori chiede, inoltre, un divieto di esportazione dei pesticidi più dannosi verso il sud del mondo, per evitare che tali sostanze ritornino in casa nostra attraverso i prodotti di importazione. Decenni di esperienza mostrano che è possibile avere un'agricoltura efficiente e remunerativa proprio usando meno pesticidi. I parassiti possono essere sconfitti con tecniche che richiedono un minore o addirittura nessun utilizzo di prodotti chimici sintetici e i prodotti agricoli così ottenuti sono più sicuri per la salute e anche migliori come qualità merceologica e possono essere venduti a prezzi migliori.
      Ci vuole soltanto un poco di coraggio e di fiducia nella possibilità di cambiare il presente e di costruire un futuro più sicuro, che garantisca ugualmente il cibo e l'occupazione, ma che sia meno inquinato.
 

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      L'attuale legislazione che regola la produzione, il commercio e l'uso dei prodotti fitosanitari, oggi chiamati «presìdi sanitari», ha il riferimento principale nella legge 30 aprile 1962, n. 283, che dedica la lettera h) del primo comma dell'articolo 5 e l'articolo 6 proprio ai «fitofarmaci e presìdi delle derrate alimentari immagazzinate».
      Poco tempo dopo l'approvazione della suddetta legge n. 283 del 1962 fu approvata la legge 26 febbraio 1963, n. 441, che sostituiva per intero l'articolo 6 della precedente, istituendo contestualmente, presso il Ministero della sanità, la direzione generale per l'igiene degli alimenti e la nutrizione, competente in materia, ed un ruolo di ispettori sanitari con funzioni di controllo, in seguito sostituiti, con la legge 6 dicembre 1965, n. 1367, da funzionari tecnici della sanità.
      La principale novità apportata dalle modifiche all'articolo 6 della citata legge n. 283 del 1962 è rappresentata dal fatto che i prodotti fitosanitari sono soggetti a registrazione come presìdi sanitari e non più come presìdi medico-chirurgici.
      La legge n. 283 del 1962 e le successive modificazioni dettano norme di carattere generale, demandando ad altri atti la regolamentazione specifica.
      Attualmente l'immissione in commercio e l'autorizzazione dei prodotti fitosanitari sono regolate dal decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 194, con il quale è stata recepita la direttiva europea 91/414/CEE relativa all'immissione in commercio dei prodotti fitosanitari. Benché tale provvedimento apporti significative novità nelle procedure di valutazione e autorizzazione dei prodotti, permangono ugualmente gravi lacune sotto il profilo della tutela sanitaria dell'operatore e del consumatore e soprattutto sotto il profilo della tutela ambientale.
      Dal 1962 ad oggi l'uso dei prodotti fitosanitari si è diffuso in modo capillare su tutto il territorio nazionale e contemporaneamente si è avuta una specializzazione dei prodotti fitosanitari in commercio con l'ingresso, per esempio, dei sistemici e la diffusione dell'uso dei diserbanti (o erbicidi), ormai ampiamente noti per gli effetti inquinanti sulle acque di falda. Anche la ricerca sulla tossicità di questi prodotti si è notevolmente approfondita, al punto che dal 1962 ad oggi numerosi sono stati i prodotti fitosanitari ritirati dal mercato o severamente limitati nell'uso per comprovati effetti tossici, in particolare teratogeni, mutageni e cancerogeni.
      Molti dei prodotti ancora in commercio, fra i quali diversi possono essere acquistati liberamente da chiunque, sono stati riconosciuti da più di un test scientifico come genotossici (fonte: banca dati Bethesda University). Queste constatazioni, unite alla numerosa documentazione che riporta dati relativi alla presenza sul mercato di percentuali variabili di derrate alimentari con residui di prodotti fitosanitari più alti di quelli stabiliti dalla normativa vigente, rafforzano la convinzione che sia necessaria in tempi brevissimi una completa revisione della legislazione in materia, che definisca in maniera scientificamente inconfutabile, ma anche nel più grande rispetto della tutela della salute dei cittadini, un nuovo sistema di regolamentazione nella produzione, vendita e uso dei prodotti fitosanitari.
      A questo scopo è stata predisposta la presente proposta di legge, la quale detta una nuova disciplina della materia. Essa inserisce alcuni princìpi del tutto nuovi, che forniscono serie e precise garanzie per una severa regolamentazione di queste sostanze così altamente pericolose per la salute umana, animale e per l'ambiente in generale.
      I princìpi generali possono così essere sintetizzati:

          a) definizione da parte della istituenda Agenzia italiana fitofarmaci dei limiti di tolleranza dei residui dei prodotti fitosanitari negli alimenti sulla base della tossicità acuta e dell'accumulo e della persistenza nell'organismo con l'adozione degli abituali fattori di sicurezza. È comunque in assoluto negata la possibilità di registrazione, e quindi la presenza residuale nei cibi, di prodotti fitosanitari che siano sospetti di mutagenesi, teratogenesi o cancerogenesi;

 

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          b) introduzione del concetto di sommatoria dei residui, che non può essere superiore al limite massimo di residuo di cinque sostanze diverse presenti contemporaneamente nel prodotto alimentare;

          c) istituzione dell'Agenzia italiana fitofarmaci, quale organo con compiti di ricerca, controllo e documentazione sui prodotti fitosanitari. All'Agenzia è demandato il compito di esprimere pareri vincolanti sull'uso, sui residui, sull'immissione in commercio (autorizzazioni e registrazioni) di tutti i prodotti fitosanitari. Tali registrazioni sono valide per cinque anni;

          d) fissazione di norme precise per la produzione dei prodotti fitosanitari in stabilimenti allo scopo autorizzati;

          e) previsione dell'obbligo di restituzione dei vuoti dei contenitori dei prodotti fitosanitari, previo pagamento di una cauzione;

          f) definizione dei requisiti per la vendita, che è consentita solo ai laureati in scienze e tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali, agli agrotecnici ed ai periti agrari che abbiano frequentato un apposito corso;

          g) istituzione della farmacia agraria, che è l'unico luogo dove possono essere venduti i prodotti fitosanitari;

          h) introduzione di un apposito patentito per l'acquisto e l'uso di tutti i prodotti fitosanitari, conseguito dopo il superamento di un esame al termine di uno specifico corso. Il patentino deve essere rinnovato ogni cinque anni;

          i) istituzione del ricettario per l'acquisto dei prodotti fitosanitari. Sono abilitati al rilascio delle relative ricette i laureati in scienze e tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali, gli agrotecnici ed i periti agrari iscritti nei relativi albi professionali;

          l) previsione della responsabilità civile e penale per l'emissione di ricette incomplete o in contrasto con le norme previste dalla legge;

          m) istituzione del registro di carico e scarico dei prodotti fitosanitari per le farmacie agrarie;

          n) divieto della pubblicità dei prodotti fitosanitari in luoghi pubblici o aperti al pubblico e sulle riviste non specializzate;

          o) revisione di restrizioni all'uso di prodotti fitosanitari in alcune aree di particolare pregio ambientale;

          p) fissazione di norme a tutela degli insetti impollinatori;

          q) istituzione di una tassa di concessione governativa sulla produzione e sulla commercializzazione di prodotti fitosanitari, i cui fondi saranno destinati a progetti di tutela della salute degli operatori agricoli, alla realizzazione di servizi agrometeorologici e centri pubblici di allevamento di insetti utili per la lotta biologica.

      Sono infine previste alcune norme transitorie per permettere l'attuazione della legge con tempi diversificati e progressivi.

 

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